2000 anni fa, quando la Terra era popolata da centonovanta
milioni di persone, due terzi dell’umanità abitava nei due più grandi imperi
della classicità. Con sessanta milioni di abitanti ciascuno, la Cina degli Han
e l’Impero Romano si assicurarono nei due estremi dell’Eurasia l’egemonia per
oltre 400 anni, vissero contemporaneamente e raggiunsero la stessa estensione.
Sebbene la tarda Roma repubblicana e la dinastia Han non si definissero imperi,
di fatto lo erano: I popoli all'interno dei loro territori erano molteplici
anche se poi la loro cultura venne assimilata e, per differenziarsi dai barbari
al di là del mondo civilizzato, questi finirono per definirsi Latini e Han.
Riguardo alla politica, dalla prima alla seconda metà della
loro durata, queste superpotenze subirono un mutamento significativo che li ha
resi più simili di quanto fossero originariamente: nell’Impero Romano si era
passati da una repubblica ad un principato e quindi una monarchia assoluta
mentre nella Cina Han da un’economia statalista con tanto di monopoli di stato
quali ferro, alcol e sale ad una privatista. Ciò ha comportato al primo un
maggiore accentramento del potere ed una burocrazia più moderna, alla seconda
lo sviluppo dell'artigianato e del commercio combinato però all'ascesa di
grandi proprietari terrieri. In entrambi i sistemi ci fu un progressivo
abbandono dei costumi che lasciò spazio a corruzione tra i ceti più ricchi e
povertà tra i ceti più umili, quindi ribellioni, lotte tra fazioni, anarchie
militari e talvolta colpi di stato. La Cina amministrativamente veniva
suddivisa in province che a loro volta venivano divise in comanderie nelle
quali non potevano governare i nativi del luogo. Gli Han avevano istituito la
miglior segreteria del tempo, costituita da eunuchi laureati alla scuola
imperiale, e l'imperatore disponeva di tre grandi duchi (duca della guerra,
duca delle masse, duca delle imprese) dai quali dipendevano nove ministri. In
casi particolari uno di questi duchi poteva raggiungere la nomina di primo
ministro. Almeno per legge chiunque poteva ambire a cariche politiche e lo
stato vantava di una costituzione completa e che garantiva diritti senza
distinzione di sesso o ceto sociale. Anche Roma disponeva di un corpus di leggi
completo e unico per tutte le province anche quando di queste ve n'erano di due
tipi (senatoria, imperiale). L'imperatore formalmente non possedeva un potere
assoluto, il senato ed il popolo romano godevano di un potere estremamente
limitato ma significativo e sentito come diritto, la cittadinanza romana era
infatti garantita ai provinciali più meritevoli ed implicava diritti
considerevoli. Entrambi gli stati arrivarono ai sessanta milioni di abitanti,
diverso tra i due era il rapporto tra schiavi e uomini liberi: un settimo della
popolazione dell'Impero Romano era costituito da schiavi da cui dipendeva
mentre in Cina il novantanove per cento della popolazione era libera. Gli Han
furono i primi a fare censimenti della popolazione di tutto l'impero.
Le conoscenze architettoniche dei Romani erano senza pari,
realizzarono fognature e fontane, usarono ampiamente l'arco per costruire
acquedotti e ponti, la maggior parte delle grandi costruzioni erano in calce o
mattoni ma anche in marmo per le ville più ricche, colonne, archi trionfali e
templi, in tutto l'Impero vi erano strade di ottima qualità che facilitavano lo
spostamento di truppe ed incrementavano il commercio. La Cina Han non vantava
di una tale quantità di strade sebbene ve ne fossero di tanto larghe da poter
permettere il passaggio di quattro carri per volta, d'altra parte vi furono
costruiti canali efficienti che connettevano tutti i più grandi fiumi da nord a
sud. Anche gli Han conoscevano l'arco a volta ma lo usarono di rado, sappiamo
di due ponti e numerose tombe in cui fu usata questa tecnica. I materiali di
costruzione erano solitamente la terra battuta, il legno laccato ed i mattoni,
tra questi il legno era il più apprezzato perché grazie alla sua leggerezza era
possibile costruire ville di numerosi piani e la lacca gli permetteva di
conservarsi bene, di essere completamente impermeabile ed in parte di essere
meno soggetto ad incendi. Le mura più imponenti furono erette lungo i confini
settentrionali con terra battuta che per la sua qualità ha resistito fino ad oggi
al vento ed alla pioggia.
Le prime industrie nacquero in questo periodo in Cina dove
le più efficienti fornaci dell'epoca, al costo di consumare ogni giorno immense
quantità di carbone e legna e rivestire le città più vicine di ceneri,
permettevano di ottenere ghisa e acciaio e di fonderli per poi colarli negli
stampi. In questo modo era possibile allo stato fornire a bassi costi tutte le
strumentazioni necessarie ai dipendenti statali. Ad alimentare queste fornaci
d'ossigeno c'erano grandi soffietti attivati dalla forza idraulica dei fiumi,
ma per il combustibile furono necessarie numerose cave di carbone o di gas
naturale che veniva portato alla fornace tramite tubature apposite. I territori
dell'Impero Romano, a differenza della Cina, disponevano di grandi quantità di
metalli e la loro estrazione avveniva con un sapiente utilizzo dell'acqua che
fratturava la roccia una volta riscaldata. Però i Romani non raggiunsero mai le
qualità di forgiatura del ferro a cui erano arrivati gli Han e le fornaci non erano
in grado di raggiungere temperature tali da fondere i metalli più resistenti
dovendosi quindi limitare alla battitura del ferro e di un acciaio di scarsa
qualità.
Entrambi conoscevano ed utilizzavano i mulini ma i Romani
primeggiavano nella costruzione di macchinari complessi attivati dall'energia
idraulica tra cui la segheria meccanizzata che permetteva di tagliare più
tronchi alla volta grazie ad un sistema di ingranaggi. Sempre i Romani
inventarono i telai attivati da pedali. Gli Han utilizzavano i mulini per
portare l'acqua a quote più alte ed irrigare i campi. In Cina, potenza
agricola, si conoscevano le migliori tecniche di coltivazione con campi
alternati e risaie ed i contadini disponevano di seminatrici, aratri doppi e
carriole, poi il lavoro degli animali era più efficiente dal momento che il
collare non andava a premere sulle vie respiratorie. Il sistema di
monetizzazione era più sviluppato a Roma, in Cina dove i metalli scarseggiavano
alle monete veniva attribuito un valore nominale.
Sia nell'Impero Romano sia nella Cina Han la leva militare
non era obbligatoria, tuttavia in Cina rifiutare l'addestramento richiedeva
l'aumento di tasse. L'esercito romano era il più organizzato dell'epoca e le
legioni addestrate per anni potevano venir accompagnate dagli ausiliari
provinciali che ambivano alla cittadinanza. Queste legioni erano in grado di
rispondere a più ordini e di costituire formazioni complesse come la testuggine
o la falange anche se usata sempre più di rado dai picchieri. Lo scudo rettangolare,
il pilum, l'armatura in ferro ed il gladio resero l'esercito imbattibile in
scontri ravvicinati ed in spazi aperti, ma si usarono anche le catapulte e gli
scorpio a lunga gittata. L'esercito han contava su un numero sproporzionato di
truppe alle quali venivano fornite armature in lastre di ferro od in pelle e
varie armi quali lance, alabarde, spade a doppio taglio ed il dao, l'antenato
della katana giapponese, che costituiva il punto di forza della fanteria
essendo leggero ma allo stesso tempo lungo e resistente. Gli scudi erano di due
tipi: piatti ed uncinati, i primi semplicemente per deviare il colpo, i secondi
occasionalmente anche per disarmare. Oltre all'arco, si conoscevano le balestre
tra cui quelle a ripetizione che permettevano di sparare più di un colpo al
secondo. Le frecce ed i dardi venivano talvolta avvelenati. Anche gli Han
utilizzarono armi a lunga gittata come gli onagri e conoscevano macchine
d'assedio come gli arieti e le torri mobili ben noti anche ai Romani, ma anche
le scale nuvola che erano scale saldate ad un macchinario dotato di ruote per
una maggior stabilità, si usarono anche lanterne volanti ed aquiloni per la
comunicazione tra eserciti. I Cinesi diedero enfasi alla strategia, all’astuzia
ed all’inganno fin dall’epoca dei Zhou, quando possibile si puntava al lento
logoramento economico del nemico piuttosto che ad attacchi diretti; in
Occidente l’onestà era fondamentale anche in tempo di guerra perché da essa
dipendevano alleanze e trattati, perciò i Romani spesso cercarono un casus
belli prima di dichiarare guerra. Entrambi gli eserciti erano in grado di
allestire accampamenti ben difendibili in campo di battaglia. Se la cavalleria
fu trascurata dai Romani, gli Han ne fecero largo uso anche grazie
all'invenzione delle staffe che consentivano un maggiore equilibrio e leve più
articolate. Anche per le guerre acquatiche erano organizzati: I Romani usavano
triremi agili ed adatti allo speronamento ed all'abbordaggio, gli Han
disponevano di una vasta gamma di navi da guerra tra qui anche navi da
speronamento e d'abbordaggio ma la più celebre è la nave torre, una nave a più
piani dotata di timone, ancora e piccole finestre da cui era possibile
bersagliare le navi nemiche con una moltitudine di dardi infuocati. Gli Han
usavano inoltre bombe di piante repellenti in combustione e soffietti con calce
viva per disperdere le masse di rivoltosi senza causare morti, ma queste armi
chimiche vennero usate anche in un assedio mentre il nemico tentava di
oltrepassare le mura scavando un tunnel.
Le conoscenze scientifiche fiorirono rapidamente,
specialmente in Cina dove si inventarono la carta, la bussola, la stampa
(sebbene non si conoscano testi stampati del periodo, solo immagini), la
porcellana ed il sismografo, si conosceva il sistema numerico posizionale e si
fecero grandi scoperte in matematica. A Roma l'uso dell'alfabeto facilitò
l'alfabetizzazione e l'istruzione di una grande fetta della popolazione ma non
fu mai istituita una scuola imperiale per la selezione dei più meritevoli, si
possedevano anche grandi conoscenze di geometria ereditate dai Greci. La seta,
molto richiesta, veniva esportata dalla Cina e giungeva a Roma da cui partivano
altri beni come metalli, avorio e vetro. La Cina Han riuscì sempre ad avere più
entrate che uscite, l'Impero Romano invece perdeva ogni anno ingenti somme di
denaro dal commercio con la Cina e con l'India e quindi il senato tentò di
limitare l'acquisto della seta.
Il popolo rivestiva un ruolo importante all'interno
dell'Impero Romano, per questa ragione lo stato garantiva spettacoli pubblici
tra cui combattimenti tra schiavi e tra belve, ma anche opere teatrali
derivanti dal modello greco e terme riscaldate a legna. Nella Cina di questo
periodo iniziarono a diffondersi i giardini privati, luogo in cui rifugiarsi
dalla vita di città, e si usavano giochi da tavola e gare di poesia. Gli Han
apprezzavano un gioco molto simile al calcio e veniva usato sia per allenare le
truppe sia come intrattenimento. Anche i banchetti erano molto apprezzati, sia
a Roma sia in Cina la cucina fiorì e si inventarono molte delle ricette ancora
oggi in uso.
La medicina seguì un percorso molto diverso, i Romani
riuscirono in interventi chirurgici delicati ed a differenza dei Greci
preferirono tentare di medicare anche le ferite più gravi prima di amputare gli
arti interessati e quando questo era inevitabile chiudevano vene ed arterie con
lacci. Era diffuso l'uso del salasso per rimuovere il sangue creduto in
eccesso. Gli Han usavano invece l'agopuntura, la moxibustione e la ginnastica per
riportare ordine nell'organismo secondo la loro idea di energia vitale, ma
operarono con successo anche cesari, utilizzarono anestetici e riuscirono nella
rimozione di parassiti dall'intestino dei pazienti per mezzo di medicinali
velenosi.
La religione nell'Impero Romano era più sentita che in Cina,
ma in entrambe le culture ci fu un sincretismo rapido: Un Romano poteva
rivolgere le preghiere ad una divinità romana così come greca od egizia, erano
molti i templi dedicati ad Iside in tutto l'impero, ma da questa nuova forma di
religiosità si distaccò il Cristianesimo che prese sempre più piede e non
accettava l'ammissione di altri culti. Allo stesso modo in Cina le varie
filosofie ed i culti regionali si fusero in un'unica religione (che però
mantenne una certa eterogeneità da regione a regione) che si opponeva al
Buddismo appena introdotto dall'India.
Tra loro ci furono contatti, per lo più indiretti, ma non ci
furono mai contratti commerciali per un caso di sfortuna: l’esploratore cinese
Gan Ying a capo di un esercito enorme per l’epoca attraversò la Persia
giungendo in Mesopotamia ed in Egitto, territori che solo poco più tardi
entrarono nel campo d’influenza romano, e non avanzò oltre sotto il consiglio
dei Parti che si vedevano circondati e temevano di perdere il controllo della
Via della seta. Anche i Romani tentarono di attraversare la Persia a loro
ostile, di questi Maes Titianus fu l’esploratore che più si avvicinò alla Cina
raggiungendo il versante occidentale dei monti che lo separavano dal Tarim, sotto
il controllo degli Han. Però ci furono anche spedizioni che ebbero buon esito,
Florus cita degli ambasciatori dei Seres (Cinesi) giunti nell’Impero Romano
durante il regno di Augusto ma non vennero considerati dal momento che in quel
periodo arrivavano con frequenza ambasciatori persiani ed arabi da cui Roma non
ricavava alcun profitto considerevole. E ancora, nei registri degli Han viene
descritto l’arrivo di un ambasciatore che da Da Qin (Impero Romano) sotto Marco
Aurelio, attraversando l’Oceano Indiano e trovando ospitalità nel Vietnam
cinese, era giunto fino alla capitale dove incontrò di persona l’imperatore
Huan. Anche in questo caso però non si giunse a trattati, i doni offerti dai
Romani erano miseri e gli Han rimasero delusi. Dalla fine del secondo secolo
l’Impero Romano e la Cina Han furono colpiti da una crisi dalla quale non
riuscirono a riprendersi.
Ora immaginiamo se questi contatti fossero stati costruttivi e
permettiamoci di fare la storia con un “se”, la crisi si sarebbe potuta
risolvere dal momento che con un aiuto reciproco i Romani avrebbero avuto il
tempo di modernizzarsi e non dipendere più dalla manodopera degli schiavi
mentre gli Han avrebbero potuto occuparsi del proprio prestigio ed al
riaccentramento del potere con la ridistribuzione di terre. I due imperi
classici avrebbero ritardato il sopraggiungere del medioevo, almeno
ipoteticamente.
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