domenica 11 gennaio 2015

PREMESSA

2000 anni fa, quando la Terra era popolata da centonovanta milioni di persone, due terzi dell’umanità abitava nei due più grandi imperi della classicità. Con sessanta milioni di abitanti ciascuno, la Cina degli Han e l’Impero Romano si assicurarono nei due estremi dell’Eurasia l’egemonia per oltre 400 anni, vissero contemporaneamente e raggiunsero la stessa estensione. Sebbene la tarda Roma repubblicana e la dinastia Han non si definissero imperi, di fatto lo erano: I popoli all'interno dei loro territori erano molteplici anche se poi la loro cultura venne assimilata e, per differenziarsi dai barbari al di là del mondo civilizzato, questi finirono per definirsi Latini e Han.
Riguardo alla politica, dalla prima alla seconda metà della loro durata, queste superpotenze subirono un mutamento significativo che li ha resi più simili di quanto fossero originariamente: nell’Impero Romano si era passati da una repubblica ad un principato e quindi una monarchia assoluta mentre nella Cina Han da un’economia statalista con tanto di monopoli di stato quali ferro, alcol e sale ad una privatista. Ciò ha comportato al primo un maggiore accentramento del potere ed una burocrazia più moderna, alla seconda lo sviluppo dell'artigianato e del commercio combinato però all'ascesa di grandi proprietari terrieri. In entrambi i sistemi ci fu un progressivo abbandono dei costumi che lasciò spazio a corruzione tra i ceti più ricchi e povertà tra i ceti più umili, quindi ribellioni, lotte tra fazioni, anarchie militari e talvolta colpi di stato. La Cina amministrativamente veniva suddivisa in province che a loro volta venivano divise in comanderie nelle quali non potevano governare i nativi del luogo. Gli Han avevano istituito la miglior segreteria del tempo, costituita da eunuchi laureati alla scuola imperiale, e l'imperatore disponeva di tre grandi duchi (duca della guerra, duca delle masse, duca delle imprese) dai quali dipendevano nove ministri. In casi particolari uno di questi duchi poteva raggiungere la nomina di primo ministro. Almeno per legge chiunque poteva ambire a cariche politiche e lo stato vantava di una costituzione completa e che garantiva diritti senza distinzione di sesso o ceto sociale. Anche Roma disponeva di un corpus di leggi completo e unico per tutte le province anche quando di queste ve n'erano di due tipi (senatoria, imperiale). L'imperatore formalmente non possedeva un potere assoluto, il senato ed il popolo romano godevano di un potere estremamente limitato ma significativo e sentito come diritto, la cittadinanza romana era infatti garantita ai provinciali più meritevoli ed implicava diritti considerevoli. Entrambi gli stati arrivarono ai sessanta milioni di abitanti, diverso tra i due era il rapporto tra schiavi e uomini liberi: un settimo della popolazione dell'Impero Romano era costituito da schiavi da cui dipendeva mentre in Cina il novantanove per cento della popolazione era libera. Gli Han furono i primi a fare censimenti della popolazione di tutto l'impero.
Le conoscenze architettoniche dei Romani erano senza pari, realizzarono fognature e fontane, usarono ampiamente l'arco per costruire acquedotti e ponti, la maggior parte delle grandi costruzioni erano in calce o mattoni ma anche in marmo per le ville più ricche, colonne, archi trionfali e templi, in tutto l'Impero vi erano strade di ottima qualità che facilitavano lo spostamento di truppe ed incrementavano il commercio. La Cina Han non vantava di una tale quantità di strade sebbene ve ne fossero di tanto larghe da poter permettere il passaggio di quattro carri per volta, d'altra parte vi furono costruiti canali efficienti che connettevano tutti i più grandi fiumi da nord a sud. Anche gli Han conoscevano l'arco a volta ma lo usarono di rado, sappiamo di due ponti e numerose tombe in cui fu usata questa tecnica. I materiali di costruzione erano solitamente la terra battuta, il legno laccato ed i mattoni, tra questi il legno era il più apprezzato perché grazie alla sua leggerezza era possibile costruire ville di numerosi piani e la lacca gli permetteva di conservarsi bene, di essere completamente impermeabile ed in parte di essere meno soggetto ad incendi. Le mura più imponenti furono erette lungo i confini settentrionali con terra battuta che per la sua qualità ha resistito fino ad oggi al vento ed alla pioggia.
Le prime industrie nacquero in questo periodo in Cina dove le più efficienti fornaci dell'epoca, al costo di consumare ogni giorno immense quantità di carbone e legna e rivestire le città più vicine di ceneri, permettevano di ottenere ghisa e acciaio e di fonderli per poi colarli negli stampi. In questo modo era possibile allo stato fornire a bassi costi tutte le strumentazioni necessarie ai dipendenti statali. Ad alimentare queste fornaci d'ossigeno c'erano grandi soffietti attivati dalla forza idraulica dei fiumi, ma per il combustibile furono necessarie numerose cave di carbone o di gas naturale che veniva portato alla fornace tramite tubature apposite. I territori dell'Impero Romano, a differenza della Cina, disponevano di grandi quantità di metalli e la loro estrazione avveniva con un sapiente utilizzo dell'acqua che fratturava la roccia una volta riscaldata. Però i Romani non raggiunsero mai le qualità di forgiatura del ferro a cui erano arrivati gli Han e le fornaci non erano in grado di raggiungere temperature tali da fondere i metalli più resistenti dovendosi quindi limitare alla battitura del ferro e di un acciaio di scarsa qualità.
Entrambi conoscevano ed utilizzavano i mulini ma i Romani primeggiavano nella costruzione di macchinari complessi attivati dall'energia idraulica tra cui la segheria meccanizzata che permetteva di tagliare più tronchi alla volta grazie ad un sistema di ingranaggi. Sempre i Romani inventarono i telai attivati da pedali. Gli Han utilizzavano i mulini per portare l'acqua a quote più alte ed irrigare i campi. In Cina, potenza agricola, si conoscevano le migliori tecniche di coltivazione con campi alternati e risaie ed i contadini disponevano di seminatrici, aratri doppi e carriole, poi il lavoro degli animali era più efficiente dal momento che il collare non andava a premere sulle vie respiratorie. Il sistema di monetizzazione era più sviluppato a Roma, in Cina dove i metalli scarseggiavano alle monete veniva attribuito un valore nominale.
Sia nell'Impero Romano sia nella Cina Han la leva militare non era obbligatoria, tuttavia in Cina rifiutare l'addestramento richiedeva l'aumento di tasse. L'esercito romano era il più organizzato dell'epoca e le legioni addestrate per anni potevano venir accompagnate dagli ausiliari provinciali che ambivano alla cittadinanza. Queste legioni erano in grado di rispondere a più ordini e di costituire formazioni complesse come la testuggine o la falange anche se usata sempre più di rado dai picchieri. Lo scudo rettangolare, il pilum, l'armatura in ferro ed il gladio resero l'esercito imbattibile in scontri ravvicinati ed in spazi aperti, ma si usarono anche le catapulte e gli scorpio a lunga gittata. L'esercito han contava su un numero sproporzionato di truppe alle quali venivano fornite armature in lastre di ferro od in pelle e varie armi quali lance, alabarde, spade a doppio taglio ed il dao, l'antenato della katana giapponese, che costituiva il punto di forza della fanteria essendo leggero ma allo stesso tempo lungo e resistente. Gli scudi erano di due tipi: piatti ed uncinati, i primi semplicemente per deviare il colpo, i secondi occasionalmente anche per disarmare. Oltre all'arco, si conoscevano le balestre tra cui quelle a ripetizione che permettevano di sparare più di un colpo al secondo. Le frecce ed i dardi venivano talvolta avvelenati. Anche gli Han utilizzarono armi a lunga gittata come gli onagri e conoscevano macchine d'assedio come gli arieti e le torri mobili ben noti anche ai Romani, ma anche le scale nuvola che erano scale saldate ad un macchinario dotato di ruote per una maggior stabilità, si usarono anche lanterne volanti ed aquiloni per la comunicazione tra eserciti. I Cinesi diedero enfasi alla strategia, all’astuzia ed all’inganno fin dall’epoca dei Zhou, quando possibile si puntava al lento logoramento economico del nemico piuttosto che ad attacchi diretti; in Occidente l’onestà era fondamentale anche in tempo di guerra perché da essa dipendevano alleanze e trattati, perciò i Romani spesso cercarono un casus belli prima di dichiarare guerra. Entrambi gli eserciti erano in grado di allestire accampamenti ben difendibili in campo di battaglia. Se la cavalleria fu trascurata dai Romani, gli Han ne fecero largo uso anche grazie all'invenzione delle staffe che consentivano un maggiore equilibrio e leve più articolate. Anche per le guerre acquatiche erano organizzati: I Romani usavano triremi agili ed adatti allo speronamento ed all'abbordaggio, gli Han disponevano di una vasta gamma di navi da guerra tra qui anche navi da speronamento e d'abbordaggio ma la più celebre è la nave torre, una nave a più piani dotata di timone, ancora e piccole finestre da cui era possibile bersagliare le navi nemiche con una moltitudine di dardi infuocati. Gli Han usavano inoltre bombe di piante repellenti in combustione e soffietti con calce viva per disperdere le masse di rivoltosi senza causare morti, ma queste armi chimiche vennero usate anche in un assedio mentre il nemico tentava di oltrepassare le mura scavando un tunnel.
Le conoscenze scientifiche fiorirono rapidamente, specialmente in Cina dove si inventarono la carta, la bussola, la stampa (sebbene non si conoscano testi stampati del periodo, solo immagini), la porcellana ed il sismografo, si conosceva il sistema numerico posizionale e si fecero grandi scoperte in matematica. A Roma l'uso dell'alfabeto facilitò l'alfabetizzazione e l'istruzione di una grande fetta della popolazione ma non fu mai istituita una scuola imperiale per la selezione dei più meritevoli, si possedevano anche grandi conoscenze di geometria ereditate dai Greci. La seta, molto richiesta, veniva esportata dalla Cina e giungeva a Roma da cui partivano altri beni come metalli, avorio e vetro. La Cina Han riuscì sempre ad avere più entrate che uscite, l'Impero Romano invece perdeva ogni anno ingenti somme di denaro dal commercio con la Cina e con l'India e quindi il senato tentò di limitare l'acquisto della seta.
Il popolo rivestiva un ruolo importante all'interno dell'Impero Romano, per questa ragione lo stato garantiva spettacoli pubblici tra cui combattimenti tra schiavi e tra belve, ma anche opere teatrali derivanti dal modello greco e terme riscaldate a legna. Nella Cina di questo periodo iniziarono a diffondersi i giardini privati, luogo in cui rifugiarsi dalla vita di città, e si usavano giochi da tavola e gare di poesia. Gli Han apprezzavano un gioco molto simile al calcio e veniva usato sia per allenare le truppe sia come intrattenimento. Anche i banchetti erano molto apprezzati, sia a Roma sia in Cina la cucina fiorì e si inventarono molte delle ricette ancora oggi in uso.
La medicina seguì un percorso molto diverso, i Romani riuscirono in interventi chirurgici delicati ed a differenza dei Greci preferirono tentare di medicare anche le ferite più gravi prima di amputare gli arti interessati e quando questo era inevitabile chiudevano vene ed arterie con lacci. Era diffuso l'uso del salasso per rimuovere il sangue creduto in eccesso. Gli Han usavano invece l'agopuntura, la moxibustione e la ginnastica per riportare ordine nell'organismo secondo la loro idea di energia vitale, ma operarono con successo anche cesari, utilizzarono anestetici e riuscirono nella rimozione di parassiti dall'intestino dei pazienti per mezzo di medicinali velenosi.
La religione nell'Impero Romano era più sentita che in Cina, ma in entrambe le culture ci fu un sincretismo rapido: Un Romano poteva rivolgere le preghiere ad una divinità romana così come greca od egizia, erano molti i templi dedicati ad Iside in tutto l'impero, ma da questa nuova forma di religiosità si distaccò il Cristianesimo che prese sempre più piede e non accettava l'ammissione di altri culti. Allo stesso modo in Cina le varie filosofie ed i culti regionali si fusero in un'unica religione (che però mantenne una certa eterogeneità da regione a regione) che si opponeva al Buddismo appena introdotto dall'India.
Tra loro ci furono contatti, per lo più indiretti, ma non ci furono mai contratti commerciali per un caso di sfortuna: l’esploratore cinese Gan Ying a capo di un esercito enorme per l’epoca attraversò la Persia giungendo in Mesopotamia ed in Egitto, territori che solo poco più tardi entrarono nel campo d’influenza romano, e non avanzò oltre sotto il consiglio dei Parti che si vedevano circondati e temevano di perdere il controllo della Via della seta. Anche i Romani tentarono di attraversare la Persia a loro ostile, di questi Maes Titianus fu l’esploratore che più si avvicinò alla Cina raggiungendo il versante occidentale dei monti che lo separavano dal Tarim, sotto il controllo degli Han. Però ci furono anche spedizioni che ebbero buon esito, Florus cita degli ambasciatori dei Seres (Cinesi) giunti nell’Impero Romano durante il regno di Augusto ma non vennero considerati dal momento che in quel periodo arrivavano con frequenza ambasciatori persiani ed arabi da cui Roma non ricavava alcun profitto considerevole. E ancora, nei registri degli Han viene descritto l’arrivo di un ambasciatore che da Da Qin (Impero Romano) sotto Marco Aurelio, attraversando l’Oceano Indiano e trovando ospitalità nel Vietnam cinese, era giunto fino alla capitale dove incontrò di persona l’imperatore Huan. Anche in questo caso però non si giunse a trattati, i doni offerti dai Romani erano miseri e gli Han rimasero delusi. Dalla fine del secondo secolo l’Impero Romano e la Cina Han furono colpiti da una crisi dalla quale non riuscirono a riprendersi.
Ora immaginiamo se questi contatti fossero stati costruttivi e permettiamoci di fare la storia con un “se”, la crisi si sarebbe potuta risolvere dal momento che con un aiuto reciproco i Romani avrebbero avuto il tempo di modernizzarsi e non dipendere più dalla manodopera degli schiavi mentre gli Han avrebbero potuto occuparsi del proprio prestigio ed al riaccentramento del potere con la ridistribuzione di terre. I due imperi classici avrebbero ritardato il sopraggiungere del medioevo, almeno ipoteticamente.

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