1 L’INSTAURAZIONE DELL’UNIONE
A partire dal secondo secolo avanti Cristo si erano
consolidate le superpotenze di Roma e Chang’an destinate a dare vita all’apogeo
della classicità con l’Impero Romano e l’Impero Han. Dopo una pesante crisi,
gli Han riuscirono a riportare l’intero impero sotto controllo dopo la morte di
Cao Cao e di ridistribuire omogeneamente le terre coltivabili a discapito dei
grandi latifondisti risollevando l’economia ed incrementando lo sviluppo
demografico. Roma contemporaneamente riuscì a mantenere i territori sotto la
pressione delle tribù germaniche limitando il supporto mercenario nell’esercito
e cercò di dipendere meno dalla manodopera degli schiavi. I due imperi si
espansero portandosi ai confini che sarebbero rimasti invariati durante
l’Unione. Successivamente, a seguito di una massiccia serie di campagne
coloniali operate dal 350 al 360 da ambedue le parti lungo la Via della seta ed
i territori interessati dai traffici commerciali marittimi, fu possibile in
India, Persia, Axum e Langkasuka l’instaurazione di colonie ed ambascerie dalla
funzione diplomatica e commerciale. Si diede così vita all’Unione mondiale.
2 LO SVILUPPO CULTURALE
Grandi personaggi maturarono le culture classiche Romana e
Han precedenti all’Unione. Plotino elaborò nuove teorie filosofiche, Liu Hui
diede un grande contributo alla matematica. Proseguendo gli studi di Wei
Boyang, l’alchimista Ge Hong inventò la prima polvere da sparo che seguirà una
lunga evoluzione e che trovò impiego sia come spettacolo nelle celebrazioni
sia, più tardi, come esplosivo in guerra. Le sostanze esplosive ed incendiarie
si devono al largo uso di zolfo, salnitro e carbone in oriente, di petrolio e
di calce viva in occidente. Si consolidarono le ideologie etiche legiste e
stoiche favorite dagli stati, la religiosità ebbe un sincretismo crescente ed
un’elaborazione filosofica, ma furono recuperate e riconsiderate anche le opere
filosofiche cadute quasi nell’oblio come il Mozi. A Roma si diffusero da Tarso
il telaio a pedali, da Ierapoli le segherie. In Cina la riprografia e la stampa
per mezzo di tavole di legno e steli di pietra su carta e seta assunse
importanza, così come a Roma si ampliò l’uso del giornale. Si diffuse in Cina
l’uso di mulini ad acqua e delle staffe, furono migliorate le lanterne volanti
per le festività e le balestre a ripetizione, l’arte dei giardini privati prese
piede nel sud della Cina, si riconsiderò la bussola. Si svilupparono con enfasi
le arti marziali, quali il pancrazio, la pigmachia, lo shoubo e a altri stili,
ma anche la cucina e la musica, sintomo di un livello di prosperità mai
raggiunto prima. Il corso indipendente dello sviluppo culturale orientale ed
occidentale proseguirà fino al 360, data in cui nell’Unione fu accettato da
ambedue gli imperi l’utilizzo di ambasciatori e di libero scambio culturale e
pertanto si ebbe un’Unione non più formata da alleanze commerciali e
finanziarie ma da un gemellaggio.
3 POLITICA NELL’UNIONE
Gestire un territorio tanto esteso richiese apparati
altamente burocratici e una fitta rete di strade e canali, inoltre era
necessario investire ingenti somme nel mantenimento delle truppe stanziate
lungo i confini. L’abbassarsi dei prezzi di trasporto e la maggiore sicurezza
nei tragitti favorirono il commercio e la comunicazione. A contatto con la civiltà vi erano
popoli bellici tra cui gli heruli, i venedi, i kidariti, gli xiongnu e gli
xianbei che comportavano una continua attività militare nelle aree più estreme
dei domini. Le pacifiche relazioni con le tribù stanziate nei territori
meridionali e le instabili ma esistenti trattative con l’India dei Gupta e la Persia dei
Sasanidi consentirono di concentrare le truppe nei confini settentrionali che
separavano la civiltà dalla Barbaria.
4 L’APOGEO DELLA CLASSICITA’
COLONIALE
Stabilità e ricchezza caratterizzarono il quinto ed il sesto
secolo con un diffuso benessere degli abitanti dell’Unione ed una instancabile
esplorazione dei mari. Nel quinto secolo dalla Cina giunse in occidente il
sistema numerico posizionale, dal Mediterraneo si diffuse in oriente l’alfabeto
pur senza acquisire importanza, la bussola venne utilizzata a scopo orientativo
in mare per la prima volta, venne inoltre inventato il fuoco greco. Il sesto
secolo fu il secolo d’oro dell’Unione mondiale e della tarda classicità. Grazie
alla bussola magnetizzata artificialmente nel 500 venne scoperta l’America
dando inizio alla colonizzazione della Colonia, Mesoamerica. Furono inventati i
primi macchinari complessi attivati da mulini ad acqua e in seguito a carbone
ed una prima versione di polvere da sparo con zolfo efficiente in uso bellico
come esplosivo. La stampa a caratteri mobili facilitò la diffusione di giornali
quotidiani. L’inesauribile attività di sperimentazione artistica si fece
sentire nella cucina con i nuovi alimenti introdotti dal nuovo mondo, ma anche
nella pittura, nella scultura, nell’architettura e nella musica. Furono
realizzate innumerevoli opere letterarie. Le religioni predominanti erano ormai
il risultato di più culti fusi tra loro come voluto dagli stati per una
maggiore uniformità. Il mos maiorum e il confucianesimo trovarono poco spazio
al di fuori dei territori autoctoni, il legismo e lo stoicismo ebbero più
fortuna con un’estensione globale, ma non furono gli unici. Le molteplici filosofie classiche rimasero o tornarono ad essere fonte di discussione. Tra i valori di uno
stato più sentiti vi erano la democrazia, la meritocrazia, il comunalismo ed il
socialismo, valori spesso influenti anche quando non adottati. Da questo
sviluppo, tuttavia, per mancanza di necessità ed in parte per rifiuto, non ci
fu una rivoluzione industriale o militare.
5 LA CRISI
Alla fine del sesto secolo si fecero sentire i primi sintomi
di una crisi che colpì l’Unione fino alla sua caduta. In questo periodo la
religione sincretica raggiunse l’aspetto tradizionalistico e non più aperto
alle nuove ideologie filosofiche, nacque quindi la religione ortodossa. Le
casse degli stati si stavano svuotando a causa delle spese di mantenimento
dell’esercito e degli ambasciatori nei palazzi imperiali divenuti potenti e
incontrollabili. Le colonie in Mesoamerica conservarono una dipendenza dagli
imperi, tuttavia la sede dell’esercito imperiale del nuovo mondo assunse il
ruolo amministrativo della comunità decentrando il potere dagli imperi. L’età
classica finirà insieme all’Unione nel 700 con la fine del sistema coloniale
lasciando spazio al medioevo.
6 LA CADUTA DELL’UNIONE
I ceti sociali più poveri risentirono per primi della crisi.
I popoli della Barbaria fecero pressione sui confini settentrionali
incoraggiando nuovi attacchi alle frontiere. I kidariti sfondarono le
resistenze in Persia settentrionale minacciando i traffici commerciali. Il mare
divenne dunque la via di contatto più sicura tra oriente ed occidente con la
conseguente ascesa di potere delle colonie indiane che acquisirono una
crescente autonomia dagli imperi. Le rivolte popolari costrinsero gli imperi al
richiamo degli eserciti degli ambasciatori in patria. Venuto meno il controllo
reciproco tra gli imperi, questi persero la gestione dell’Unione e nel 700 si
video costretti a riconoscere l’autorità lungo la Via della seta dell’Impero
dell’Indo, una nuova autorità nata dall’aggregazione di più colonie romano-han
dell'India. A nord della Persia si era infatti consolidato il bellicoso Regno
Barbarico Kidarita, fu quindi l’Indo l’unico in grado di recuperare i territori
persiani ed a fare da intermediario agli imperi classici. Contemporaneamente la
Colonia si era consolidata nella Repubblica Statalista di Colonia che estendeva
i suoi domini in tutto il Mesoamerica.
7 LA SUPREMAZIA DELL’INDO
Nell’800 gli imperi classici si videro strappare il loro
antico primato nel vecchio mondo dall’Impero dell’Indo, questi si erano divisi
in Impero Romano Occidentale ed Orientale ed in Impero Han Meridionale e
Settentrionale e le orde barbariche premevano sui confini. L’Indo seppe
diventare una forza produttrice e commerciale senza pari per due secoli durante
i quali il Regno Barbarico Kidarita subì innumerevoli sconfitte fino al proprio
sgretolamento che non diede comunque fine alle guerre di confine. La cultura
indopersiana ereditò quella classica, la religione di stato fu quella ortodossa
con una evidente rilevanza politica vantando di rappresentanti della religione
solo parzialmente subordinati al sovrano. Nel nono secolo furono inventate le
prime vere armi da fuoco quali cannoni e fucili, fu introdotto il cannocchiale,
progredì l’industria nelle fabbriche private, e fu inventato il treno a vapore
nell’undicesimo secolo. Tuttavia l’Indo non adottò una politica di espansione
territoriale o colonialista a causa della posizione geografica che lo chiudeva
tra i due imperi classici in decadenza. Gestì i traffici marittimi e lungo la
Via della seta facendo del commercio la principale fonte di ricchezza, eccelse
in tecnologia e produzione di beni da asporto.
8 LA SCUOLA E L’ETICA
Per la prima volta oltre un terzo della popolazione potette
accedere alla cultura con la scuola imperiale alla quale potevano accedere
tutti i cittadini. Lo schema organizzativo era rigido ma efficientemente
organizzato, le materie di base erano tradizionalmente la matematica, la
filosofia, la fisica, la legge, la cultura comparata, la storia e politica, la
tecnica dei mestieri, la pratica dei mestieri, la motoria e difesa, la
linguistica. Solo una ristretta parte degli studenti poteva proseguire gli
studi base con approfondimenti e specializzazioni. Gli effetti si fecero
sentire nell’immenso progresso tecnologico e nell’enfasi dei valori etici come
dimostra la raccolta letteraria filosofica adoperata dalle scuole imperiali che
ripercorreva gli sviluppi delle filosofie classiche (Scuola
pitagorica, Scuola parmenidea, Scuola dei pluralisti e degli atomisti,
Filosofia di Eraclito, Scuola dei sofisti, Filosofia di Socrate, Scuola
platonica e neoplatonica, Scuola aristotelica, Scuola cinica ed epicurea,
Scuola stoica, Scuola agriculturalista, Scuola moista, Filosofia yangista,
Scuola confuciana, Scuola dei nomi, Scuola dello yin-yang, Scuola taoista,
Scuola legista e della diplomazia, Scuola sincretica, Filosofia di Wang Chong) e delle filosofie autoctone (Mitraismo,
Cristianesimo, Zoroastrismo, Buddismo, Induismo, Giainismo).
9 L’ASCESA DELLA COLONIA
Nel 1000 vi furono i primi contatti tra l’Indo e la Colonia
che aveva ampliato le rotte commerciali marittime fino al vecchio mondo. Questi
contatti permisero ai coloni di importare le conoscenze tecnologiche
indopersiane e di fondare nei secoli successivi una vastissima quantità di
consolati nei regni dei territori mediterranei e sinici offrendo loro
protezione al fine di renderli stati fantoccio facilmente governabili. Nel
tredicesimo secolo era ormai perso il controllo dei commerci da parte
dell’Impero dell’Indo che di conseguenza si concentrò ad incentivare la
produzione interna a favore di un’economia chiusa nei propri confini ed
autosufficiente. L’incontrastata potenza marittima della Repubblica Statalista
di Colonia tentò con la diplomazia di fondare consolati nelle periferie
dell’Impero dell’Indo con ripetuti fallimenti, l’Indo comprese la strategia
adottata dai coloni e temeva la perdita di autorità nelle città di confine.
10 LA GUERRA MONDIALE
La mancanza di accordi tra Indo e Colonia ne comportò
l’ostilità, scoppiò la guerra mondiale nel 1295 con l’offensiva della
Repubblica. Per la prima volta si dovette affrontare con un impero solido e
tecnologicamente avanzato, capace di opporre resistenza. Durante la guerra la
Colonia vantava di tecnologie e strategie moderne, rifiutò spesso gli scontri
diretti con l’immensamente più grande esercito indopersiano ricorrendo
all’attacco di più territori periferici simultaneamente. L’Indo crollò
definitivamente nel 1300 con l’uccisione del sovrano che non tentò la fuga
dalla capitale. In mancanza di un rivale la Colonia proclamò la sua autorità nel
vecchio mondo. Gli stati fantoccio vennero ufficialmente annessi al dominio
colone senza una resistenza significativa ed i restanti territori non
civilizzati vennero colonizzati. L’intero pianeta fu così gestito da un’unica
repubblica democratica socialista la cui sede originaria divenne nello stesso
anno la prima capitale del Governo Universale.
11 IL GOVERNO UNIVERSALE
Nel 1300, con la fine dei regni e degli imperi, iniziò l’età
moderna. Ancora oggi, nel 2000, dopo 700 anni, il Governo Universale si dimostra
efficiente e insuperato sebbene sia in continua evoluzione. L’uguaglianza
politica dei cittadini, la comunione dei beni e la proprietà sociale dei mezzi
di produzione, il controllo statale dei prezzi, la democrazia diretta nei
comuni, la divisione dei poteri politici nel governo, la laicità dello stato,
l’istruzione e la libertà di stampa e di parola sono la realizzazione dei
diritti umani. Non c’è più guerra o disuguaglianza tra i cittadini. La
comunità, come il singolo individuo che ne fa parte, è perfetta.